ELVIRA NOTARI, LA STORIA DI UNA PIONIERA DEL CINEMA ITALIANO A 150 ANNI DALLA NASCITA
ELVIRA NOTARI, LA STORIA DI UNA PIONIERA DEL CINEMA ITALIANO A 150 ANNI DALLA NASCITA
Elvira e Nicola Notari
Elvira Coda Notari (Salerno 10 febbraio 1875- Cava de' Tirreni 17 dicembre 1946), è stata la prima e più prolifica cineasta italiana, spesso dimenticata nei grandi manuali della storia del cinema. Attraverso il suo obiettivo c'è tutta Napoli, con le sue strade animate e il suo ricco immaginario culturale. Tra il 1906 e il 1930, Elvira realizzò più di sessanta lungometraggi, numerosi cortometraggi d’attualità e documentari, molti dei quali destinati agli emigrati napoletani negli Stati Uniti. La sua produzione, profondamente radicata nel tessuto urbano di Napoli, rappresenta un esempio unico di cinema artigianale e popolare che racconta la vita quotidiana della città attraverso una sintesi innovativa di immagini, colore e musica. La Dora Film, casa di produzione fondata da Elvira e dal marito Nicola Notari, si caratterizzava per un approccio manifatturiero al cinema, dove ogni pellicola era frutto di un lavoro artigianale minuzioso. Le pellicole mute, inizialmente in bianco e nero, venivano spesso colorate a mano fotogramma per fotogramma, affidando questo lavoro a un’équipe prevalentemente femminile. Questa cura artigianale rendeva ogni film un prodotto unico, testimone di una vera e propria “fabbrica” di cinema a Napoli, con studi di posa, laboratori e una scuola di recitazione diretta da Elvira stessa, che formava sia attori professionisti sia figure prese direttamente dalla strada. Tra le attrici si ricorda Tina Pica destinata a diventare una delle grandi interpreti del cinema e del teatro napoletano. Tra gli attori si segnala il figlio di Elvira, Eduardo, che col nome di Gennariello recitò in quasi tutti i film della Dora. La testimonianza di Eduardo e i documenti a disposizione sono state una preziosa fonte di informazioni per ricostruire la carriera della Notari dove emerge in particolare che lei è stata la regista di tutti i film della Dora.
La dimensione urbana di Napoli non era solo uno sfondo, ma un protagonista centrale dei film di Notari. Le sue pellicole ritraevano con realismo e sensibilità le strade, le piazze, la vita popolare, restituendo un ritratto vivo della città e della sua cultura. Ma il cinema di Elvira non si limitava al visivo: la sua opera era profondamente intrecciata con la musica napoletana. Negli anni Venti, la Dora Film fu pioniera nell’uso dell’accompagnamento musicale sincronizzato, trasformando le melodie popolari in sceneggiature filmiche. Le canzoni napoletane, cantate dal vivo durante le proiezioni da artisti spesso posizionati davanti allo schermo, crearono uno spettacolo multimediale ante litteram che anticipava il musical sonoro. La Dora Film divenne un ponte culturale, capace di trasportare la cultura napoletana anche oltre i confini italiani, fino a New York, dove fu aperta una filiale per distribuire film tra gli emigrati italo-americani.
Tuttavia, il percorso di Elvira Notari e della Dora Film non fu privo di ostacoli. Il regime fascista impose una rigida censura sulle produzioni cinematografiche, ostacolando in modo significativo la diffusione delle sue opere. Questa censura, insieme all' avvento del cinema sonoro e ai mutamenti del mercato, portò alla chiusura della Dora Film nel 1930.
Nonostante la sua importanza storica e culturale, Elvira Notari è stata per decenni quasi completamente esclusa dalle pubblicazioni e dagli studi sul cinema muto italiano. Le sue opere sono perlopiù scomparse o frammentarie e la sua figura è stata marginalizzata nella narrazione ufficiale della storia del cinema, che ha spesso privilegiato altre correnti o personalità maschili. Recuperare la memoria di Elvira Notari significa dunque restituire voce a una delle prime donne registe del mondo, riconoscere il valore di un cinema fatto con passione e dedizione, e riscoprire una parte essenziale della storia culturale e artistica italiana troppo a lungo dimenticata. Il suo lavoro rappresenta un patrimonio culturale e sociale di enorme valore, una testimonianza di un’arte che nasce dall'artigianalità, dalla comunità e dalla resistenza culturale di fronte ai vincoli politici.
Visitare Napoli significa immergersi non solo in una città di straordinaria bellezza, ma anche in un vero e proprio museo a cielo aperto del cinema italiano. Luoghi come la Galleria Umberto I e il celebre Salone Margherita rappresentano tappe fondamentali nella storia dello spettacolo partenopeo. Proprio nel 1896, nel Salone Margherita, il cinema fece il suo ingresso trionfale nel mondo dello spettacolo, segnando l’inizio di una nuova era culturale. Una visita guidata sarà l'occasione per scoprire i luoghi cinematografici più importanti e l'occasione per riscoprire personaggi come Elvira Notari che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella cultura napoletana. Tra questi, coeva di Notari, spicca Matilde Serao, straordinaria giornalista e scrittrice, che fu grande divulgatrice della cultura e del costume dell’epoca. A proposito dei film, Serao coniò un termine emblematico, la “Cinematografeide”, con cui descrisse l’irresistibile ondata di entusiasmo che il cinematografo portò a Napoli e in Italia:
“... il cinematografo regna, e impera, e s'impone, e domina, e spadroneggia, e invade ogni cosa, la mondanità, la beneficenza, l'arte, il teatro!”
Questa passione per il cinema, che travolse ogni ambito della vita cittadina, è ancora oggi palpabile nelle strade e nei luoghi di Napoli, che raccontano la storia di un’arte che ha saputo raccontare la vita, le emozioni e l’anima di una città unica al mondo.