DA BANCA A MUSEO: IL NUOVO VOLTO DEL PALAZZO DEL BANCO DI NAPOLI, OGGI SEDE DI GALLERIE D'ITALIA
DA BANCA A MUSEO: IL NUOVO VOLTO DEL PALAZZO DEL BANCO DI NAPOLI, OGGI SEDE DI GALLERIE D'ITALIA
La sede di Gallerie d'Italia
Nel pieno centro di Napoli, a pochi passi da via Toledo, c’è un palazzo che racconta oltre quattro secoli di storia. Un tempo sede centrale del Banco di Napoli, oggi il maestoso edificio progettato da Marcello Piacentini negli anni Trenta del Novecento è un nuovo spazio museale di Intesa Sanpaolo, ripensato con una visione contemporanea dall’architetto Michele De Lucchi e il suo studio AMDL Circle. Il palazzo venne inaugurato nel 1940, costruito su un’area di grande rilevanza storica: proprio lì sorgeva, fin dal Cinquecento, il complesso religioso e assistenziale voluto dal viceré spagnolo Pedro de Toledo. Dal 1597 vi operava il Banco di San Giacomo e Vittoria, poi confluito nel Banco delle Due Sicilie e infine nell’istituto che oggi conosciamo come Banco di Napoli. Il progetto di Piacentini rappresenta una sintesi perfetta tra monumentalità classica e modernismo razionalista. L’architetto curò ogni dettaglio, dagli esterni in travertino e pietra di Billiemi ai marmi policromi degli interni, passando per le lampade firmate Fontana Arte, le vetrate istoriate di Luigi Parisio e persino il garage in vetrocemento.
Martirio di Sant'Orsola, Caravaggio
Dopo aver ospitato per oltre vent’anni le collezioni artistiche di Intesa Sanpaolo, Palazzo Zevallos Stigliano cede il testimone al nuovo allestimento all’interno del Palazzo del Banco di Napoli. Tre percorsi tematici guidano il visitatore in un viaggio tra i capolavori dell’arte napoletana e meridionale, dal Seicento al Novecento. Il percorso inizia con un’opera simbolo: il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio, ultima tela del maestro, dipinta poche settimane prima della sua morte. Accanto a lui, le opere di Artemisia Gentileschi, Bernardo Cavallino, Battistello Caracciolo, Gerrit van Honthorst e tanti altri protagonisti della rivoluzione caravaggesca a Napoli. Non mancano le nature morte di Porpora, Recco e Ruoppolo, né le vedute napoletane che raccontano lo sviluppo del paesaggio tra Settecento e Ottocento, con artisti come Gaspar van Wittel, Giacinto Gigante, Domenico Morelli e Vincenzo Migliaro.
Autoritratto di Gemito
Una delle sezioni più toccanti è quella dedicata a Vincenzo Gemito, lo “scugnizzo dell’arte”, la cui produzione spazia tra disegni, bronzi e terrecotte di grande forza espressiva. Le sue opere raccontano non solo l’anima popolare di Napoli, ma anche la sofferenza di un artista geniale e fragile, segnato da profonde crisi personali. Con questo intervento, il Palazzo del Banco di Napoli si trasforma da monumento storico a spazio vivo, dove l’arte del passato incontra le esigenze del presente. Un nuovo punto di riferimento per chi vuole scoprire – o riscoprire – la straordinaria ricchezza artistica di Napoli, in un contesto architettonico che unisce bellezza, storia e visione.