NAPOLI VERSO I 20 MILIONI DI PRESENZE TURISTICHE: IL DIBATTITO SULLA SOSTENIBILITA'
NAPOLI VERSO I 20 MILIONI DI PRESENZE TURISTICHE: IL DIBATTITO SULLA SOSTENIBILITA'
L’anno si avvia alla conclusione e Napoli si prepara a chiudere il 2025 con un record storico: circa 20 milioni di presenze turistiche. Un dato che certifica il successo della città sul piano internazionale, ma che solleva interrogativi importanti sulla sostenibilità e sulla vivibilità del fenomeno turistico, soprattutto nei quartieri centrali. L'afflusso sempre più massiccio di visitatori ha acceso un dibattito pubblico e istituzionale su come gestire l'impatto del turismo di massa, specialmente nelle aree più frequentate, come il centro storico, dove si concentrano attrazioni iconiche quali la Cappella Sansevero, la chiesa di Santa Chiara e il Duomo.
Museo Filangieri, uno dei tanti tesori del centro storico
Solo fino a qualche anno fa, la parola d'ordine era destagionalizzare i flussi, ma non basta più. Ora, una delle più concrete e immediate strategie da mettere in campo, è la promozione di itinerari alternativi, capaci di alleggerire la pressione sul cuore della città, valorizzando al contempo luoghi meno noti ma altrettanto ricchi di storia, arte e fascino. Il comune di Napoli si sta attivando da tempo per delocalizzare i flussi. L'ultima edizione di Maggio Monumenti, per esempio, ha proposto itinerari al borgo orefici , al borgo di Sant'Antonio Abate, o itinerari, che seppur incentrati sul centro storico, hanno previsto la sosta all'Archivio di Stato e al museo Filangieri.
Nel centro storico si trovano tantissimi altri scrigni d'arte che meritano una visita, come il Museo MADRE, per non parlare dei complessi religiosi di rara bellezza quali Santa Maria Regina Coeli, San Giovanni a Carbonara, Santa Aniello a Caponapoli, Santa Luciella e la suggestiva Donna Regina Vecchia.
Accanto all'arte, Napoli offre anche percorsi di trekking urbano, in particolare, grazie alle tante scale che collegano il centro con le zone collinari, regalando scorci panoramici e un’esperienza a contatto con la vera anima cittadina.
Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
Ma il discorso può e deve allargarsi all'intera Città Metropolitana. In considerazione del fatto che Napoli è tra le città italiane che vanta la permanenza media più lunga, in media tre giorni, questo periodo di soggiorno potrebbe comprendere la visita non solo della città ma anche dei suoi dintorni. L’area flegrea, ad esempio, è un territorio di immenso valore archeologico e paesaggistico, con oltre 20 siti visitabili: una risorsa ideale per diversificare l’offerta turistica e distribuire meglio i flussi. Le istituzioni, in parte già attive in questo senso, potrebbero fare di più, investendo in eventi, comunicazione mirata e promozione dei percorsi alternativi. L' America's Cup prevista per il 2027, da questo punto di visita, con la riqualificazione dell'area di Bagnoli, sarà un'opportunità da non perdere!
Tuttavia, un ruolo chiave può (e deve) essere svolto anche da chi lavora in prima linea nell’accoglienza: operatori turistici, guide, accompagnatori, strutture ricettive, fino alle associazioni di quartiere. Sono loro, infatti, che hanno la possibilità di orientare i visitatori verso esperienze meno convenzionali ma autentiche, suggerendo itinerari fuori dai soliti schemi.
Il turismo di massa non è un fenomeno esclusivo di Napoli: le grandi mete italiane e internazionali si confrontano ogni giorno con problemi analoghi. La Costiera Amalfitana, Sorrento, Pompei: sono solo alcuni esempi, in Campania, di territori dove l’overtourism è una sfida quotidiana.
La differenza, oggi, può farla solo una gestione consapevole e strategica. Fortunatamente, il territorio campano offre un patrimonio così vasto e variegato da consentire una distribuzione più equilibrata del turismo. Promuovere le alternative non è solo possibile, è necessario! Perché un turismo sostenibile è anche un turismo più duraturo, più rispettoso e più umano.